domenica 21 maggio 2017

a beautiful mind

Beautiful mind

Titolo originale
A Beautiful Mind
Paese di produzione
Anno

USA
2001



Genere
biografico, drammatico
Regia
Ron Howard
Soggetto
Sylvia Nasar


Nell'autunno del 1948, John Nash all'età di 20 anni entra all'Università di Princeton con una prestigiosa borsa di studio. Poco incline ad instaurare rapporti sociali, Nash ha solo un amico: Charles, il suo compagno di stanza.
Nash è ossessionato dal pensiero di trovare un'idea originale a cui applicare le sue formule. Una sera, in un bar, Nash e i suoi compagni di corso si stanno contendendo una bionda appena entrata nel locale, uno di loro ricorda a tutti la lezione di Adam Smith «...nella competizione l'ambizione individuale serve al bene comune». Nash ci riflette e afferma che la teoria va rivista perché se tutti ci provano con la bionda, si bloccano a vicenda e alla fine, nessuno di loro se la prende.
Allora ci proverebbero con le sue amiche, e tutte loro gli volterebbero le spalle perché a nessuno piace essere un ripiego. Ma se invece nessuno ci prova con la bionda, non si ostacolerebbero a vicenda e non offenderebbero le altre ragazze.
Applicando questa idea, che sarà chiamata equilibrio di Nash, John riesce nel suo obiettivo, le sue idee originali gli procurano fama e un importante posto di ricercatori al Wheeler Laboratory di Boston. In piena guerra fredda Nash viene contattato dal Pentagono per la sua incredibile capacità matematica, intanto gli viene assegnato anche il compito di tenere una serie di lezioni al Wheeler Laboratory, che svolge con malavoglia.
Una sera entra in contatto con William Parcher, una agente segreto del Dipartimento della Difesa, il quale lo assolda per una missione top secret. Il lavoro affidato a Nash consiste nel cercare e trovare questi messaggi  segreti russi per le sue spie e comunicarli in un rapporto mensile che consegnerà in una cassetta postale anonima.
Contemporaneamente John viene in contatto con Alicia, una giovane studentessa di fisica, che si è innamorata di lui e in fine si sposano.
Un giorno, mentre sta insegnando, Nash vede dei sovietici che lo hanno pedinato e tenta di scappare ma essi lo accerchiano da tutte le parti e il capo banda inaspettatamente dichiara di essere il Dottor Rosen, lo psichiatra dell'ospedale psichiatrico McArthur, dove Nash viene ricoverato contro la sua volontà. Alicia e il Dottor Rosen scoprono che Parcher non esiste, che Nash non aveva nessun compagno di stanza all'università e ne questo compagno di stanza aveva una nipotina.
La vita di Nash viene a questo punto sconvolta da una terribile scoperta. Alicia gli dice che William Parcher non esiste, non esiste nessuna cospirazione. Charles, la sua nipotina e lo stesso William Parcher sono in realtà solo proiezioni della sua mente malata, affetta da una grave forma di schizofrenia.
John Nash ricoverato all'ospedale psichiatrico e sottoposto dal Dottor Rosen a numerose sedute di shock insulinico. Grazie alle medicine e all'affetto di Alicia, Nash sembra tornare in salute e decide in segreto di smettere di prendere gli psicofarmaci, perché gli sembra che così possa ragionare meglio. Allora ricade nel delirio e impianta di nuovo nella ricerca delle coordinate geografiche, tratta da ritagli di riviste. Alicia lo scopre, John sente William Parcher suggerirgli di uccidere Alicia ma Alicia  tenta di scappare. Nash la blocca e finalmente deduce che se la nipotina di Charles non cresce mai, allora vuol dire che non esiste. Malgrado sia schizofrenico, John Nash mostra un'insolita critica nei confronti del proprio delirio.  Il Dottor Rosen propone di ricominciare la terapia ma Nash sostiene che con la sua forza mentale riuscirà a convivere con le proprie allucinazioni deliranti, fino ad ignorarle, tornando all'attività accademica.
Nash, con la forza dell'amore per Alicia e con la propria intelligenza e volontà, riesce a superare la vergogna che provava di ripresentarsi a Princeton e incontra Hansen, il suo vecchio amico antagonista, che nel frattempo è diventato rettore . Hansen accoglie con benevolenza Nash e gli permette di frequentare il campus dell'università, gli assegna un posto in biblioteca e lo comprende quando Nash ha ripetute crisi deliranti, alle quali si oppone. Nash finalmente frequenta i corsi di Princeton, diventa docente, prende i farmaci più moderni, Hansen gli conferisce un posto da insegnante e nel 1994 John Nash è insignito del Premio Nobel per l'economia.


il cane di Pavlov


Il cane di Pavlov

Ivan Petrovič Pavlov è stato un fisiologo ed etologo russo, il cui nome è legato alla scoperta del riflesso condizionato, da lui annunciata nel 1903.

Frequentò una scuola gestita da religiosi ed entrò in seminario. Finiti gli studi in seminario, Pavlov decise però di non diventare prete, e si iscrisse invece alla facoltà di Medicina dell'Università di San Pietroburgo.
Negli anni novanta Pavlov divenne docente di Farmacologia all'Accademia Medico-Militare e cinque anni dopo ottenne la cattedra in Fisiologia, che mantenne sino al 1925.
È stato proprio presso l'Istituto di Medicina Sperimentale che Pavlov fece la maggior parte delle sue ricerche sulla fisiologia della digestione. Nei suoi studi sulla regolazione delle ghiandole digestive, diede particolare attenzione al fenomeno della “secrezione psichica”: mediante l'uso di fistole notò infatti che facendo vedere ad un animale del cibo, tali ghiandole iniziavano il loro funzionamento, se lo stimolo visivo veniva tolto, esse cessavano la loro secrezione. Le ricerche di Pavlov sulla fisiologia della digestione lo portarono a definire una vera e propria scienza sul riflesso condizionato, detto anche condizionamento classico, o pavloviano. Il condizionamento classico si verifica quando uno stimolo neutro diventa un segnale per un evento che sta per verificarsi. Se viene a crearsi un'associazione tra i due eventi possiamo parlare di stimolo condizionato per il primo evento e stimolo incondizionato per il secondo.
L'esperimento più significativo in questo senso è quello che è passato alla storia come "Il cane Pavlov".

Uno dei cani di Pavlov, esposto
imbalsamato al museo Pavlov di Rjazan'
In questo esperimento Pavlov fa precedere all'azione di dare del cibo a un cane il suono di un campanello; nella prima fase dell'esperimento Pavlov fa suonare il campanello e non rileva nessuna secrezione salivare nel cane, in seguito gli fornisce la carne e lo stimolo viene attivato; nella fase successiva il campanello viene fatto suonare mentre al cane viene dato il cibo. Infine nella terza fase viene rilevato uno stimolo salivare già al solo suono del campanello: il cane associa al suono del campanello l'arrivo del cibo e ciò provoca in lui una secrezione salivare, l'acquolina in bocca, appunto. Il campanello diventa quindi lo stimolo incondizionato. Dopo molti esperimenti sui processi digestivi, Pavlov intuì come alcuni stimoli che non sono direttamente collegati al cibo, possano generare secrezioni salivari note comunemente come "acquolina in bocca"; poté quindi dimostrare che il cervello controlla i comportamenti non solo sociali, ma anche fisiologici.






mercoledì 25 gennaio 2017

La civiltà empatica

  • I neuroni specchio

Tutti noi, chi più, chi meno "copia" azioni già viste, nei film, dagli amici o semplicemente dalle persone per strada. Questo fenomeno è dovuto ai neuroni specchio.
Questo tipo di neuroni ci permette di copiare quello che fanno gli altri, si attivano perciò sia quando compiamo un certo gesto, sia quando ne osserviamo uno compiuto da qualcun altro. Furono scoperti alla fine degli anni Novanta dall'italiano Giacomo Rizzolatti e dai suoi colleghi nell'università di Parma. La scoperta è avvenuta durante lo studio di un gruppo di macachi. 
"un macaco copia l'espressione di un uomo"


Anche l'apprendimento del linguaggio e il riconoscimento delle emozioni si basano sull'attività dei neuroni specchio.




Le scienze che si occupano di mente e cervello sono le neuroscienze.
Un tempo ad occuparsi della mente e del cervello erano rispettabilmente la medicina e la filosofia mentre ora si situano in una zona di confine fra le scienze umane e le scienze della natura.
Le neuroscienze come la neuropsicologia, la neurologia e la neuropsichiatria utilizzano metodi di indagine con i quali vedono che cosa succede nel cervello. Queste tecniche confermano la stretta correlazione tra attività mentali e i processi fisico-chimici del cervello.